La “baiatura”: un metodo di conservazione del pesce

di molosanterasmo
14 Lug 2023

I pescatori che lavorano a bordo dei pescherecci  con metodi tradizionali per conservare al massimo la qualità del pescato utilizzano la tecnica della baiatura.
Si tratta di un metodo che consente un’ottima conservazione del pesce dal punto di vista della freschezza organolettica e della bellezza estetica. Infatti branzini, dentici, orate, gallinelle di mare e ogni altro tipo di pesce conserva inalterata la livrea, la pigmentazione e la brillantezza dei suoi colori naturali. La “baiatura” consiste nel mettere il pesce appena pescato in una miscela bilanciata di acqua di mare e ghiaccio.

Come praticare la “baiatura”?

Per praticare la “baiatura” si immerge il pesce appena pescato in acqua e ghiaccio in modo che siano rallentati di molto tutti i processi biologici. L’acqua utilizzata per la produzione di ghiaccio deve essere potabile o pulita, come previsto dai Regolamenti n. 852/2004 (allegato I) e 853/2004 e spiegato dalle Linee Guida ministeriali. L’acqua di mare pulita disponibile a bordo dei pescherecci deve essere prelevata lontano da fonti d’inquinamento. E’ vietato utilizzare le acque del porto e quelle troppo superficiali. Tra l’altro queste ultime sono maggiormente a rischio per presenza di inquinanti non solubili come idrocarburi e corpi galleggianti.

Allo sbarco il pescato sottoposto a “baiatura” risulta perfettamente conservato, privo di schiacciamenti, idratato, turgido e mantiene inalterati i caratteri organolettici. In particolare l’odore è tipico “di mare” proprio del pesce fresco, i tessuti sono gonfi perché le cellule sono inalterate, l’occhio è “vivo”, e i colori sono brillanti e iridescenti.


di molosanterasmo
4 Luglio 2023

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