La Fontana di Piazza Pretoria
Poco distante dai Quattro Canti, esattamente nel baricentro della città storica di Palermo si trova la fontana di Piazza Pretoria. Denominata Fontana Pretoria, mirabile esempio di Rinascimento toscano, occupa tutto il centro della Piazza ed è una delle più belle fontane d’ltalia.
Questa è scolpita tutta in marmo bianco di Carrara per opera dello scultore Francesco Camilliani, che la realizzò nel 1554 per ornare una villa fiorentina. Successivamente, fu acquistata dal Senato palermitano e giunse a Palermo il 26 maggio 1574. La fontana ha un impianto ellittico con vasche concentriche, disposte su tre livelli; scale e statue si alternano secondo uno schema classico e simmetrico.
Qui vengono raffigurati gli déi dell’Olimpo, figure allegoriche dei fiumi di Palermo: Oreto, Papireto, Gabriele e Maredolce; insieme a numerose statue di uomini e donne, divinità pagane e teste di animali. Nel primo ordine la fontana è cinta da eleganti balaustre, interrotti da quattro grandi accessi scanditi ognuno da due statue “termini”, colossali mezze figure virili e muliebri. Il secondo ordine presenta altrettante peschiere, ciascuna con sei nicchie ornate da teste di animali. Al margine di ogni peschiera è collocata un’ampia vasca, sul cui bordo giace una grande statua che rappresenta un fiume ed è fiancheggiata da altrettante statue di Tritoni, Nereidi e Sirene. A racchiudere la monumentale fontana c’è una cancellata in ferro battuto aggiunta nel 1858, disegnata da Giovanni Battista Basile, anch’essa di grandissimo pregio architettonico.
Piazza Pretoria viene comunemente chiamata anche “Piazza della Vergogna”. Una leggenda racconta che lateralmente alla piazza sorgeva un convento di monache di clausura e una notte le sorelle, mortificate e vergognate dall’oscena nudità delle statue, scesero in piazza approfittando del buio, ed evirarono le indecenti sculture, per eliminare così le “vergogne che stavano al vento”. Ma in effetti non è proprio così: perché se andiamo a vedere di persona possiamo notare che di statue evirate ce ne sono ben poche. In realtà il termine “vergogna” deriva dalle lamentele dei Palermitani contro il Senato perché, in quel periodo storico caratterizzato da miseria, epidemia e carestie, acquistò la fontana per la cifra di 30.000 scudi. Sembra che i palermitani gridassero ai senatori quando uscivano dal palazzo: “Vergogna! Vergogna!”